Questa posta è la terza parte di:
Dunque, ho deciso di cucinare Ceebu jenn, il piatto senegalese che ho assaggiato ad una serata di incontro con i migranti.
La ricetta non sembrava molto complicata, l'unico problema era procurarsi il broken rice, perciò mi è venuto in mente di "produrne" a casa con l'uso di frullatore.
Beh, vi faccio vedere il risultato ↓↓
Vedete che i chicchi sono molto più piccoli rispetto al normale riso basmati?
No?
Allora l'avete visto bene.
L'idea di rompere il riso col frullatore non ha funzionato.
Allora ho provato a ridurre la quantità del riso, ma il risultato sembrava uguale.
Forse avrei dovuto utilizzare un robot da cucina invece del frullatore?
Forse sarebbe stato meglio lasciare il riso in ammollo per un po' di tempo prima di frullarlo?
Boh.
A parte questo fallimento della produzione del broken rice, il piatto è riuscito abbastanza bene.
Ovviamente la consistenza del riso era diversa ma il sapore era buono, simile a quello di Djibril. Forse con quello di Djibril si sentiva un leggero sentore di affumicato. La prossima volta che lo vedo dovrei chiedere da cosa arriva quel sentore.
Il mio ceebu jenn è piaciuto alla mia famiglia, sopratutto a mio marito che non so quante volte ha fatto il bis.
Sicuramente riproverò a cucinarlo continuando a studiare su come procurarsi il broken rice.
A proposito, facendo la ricerca sul broken rice di Senegal, ho trovato un rapporto molto interessante.
Attraverso il riso si può capire la storia, i problemi e le sfide della società senegalese.
Adesso se vedo l'operatrice della cooperativa per cura dei migranti posso dire, "È riso, e non cous cous. Djibril ha ragione."
Nessun commento:
Posta un commento